gres art 671 è il nuovo polo per la cultura e l’arte contemporanea a Bergamo: mostre ed eventi, installazioni e workshop. Per una nuova visione dell’interazione tra arte e città, a favore di una cultura di comunità.
Metti un pomeriggio qualsiasi di inizio anno.
Metti che devi incontrare un’amica – poco pratica della città, che odia guidare, che si perde se imbocca una rotonda.
Metti che non sai più nemmeno come, inciampi per caso nell’invito ad un finissage.
Metti che, quando arrivi, pensi di aver sbagliato strada, pensi di avere le allucinazioni e che no, non sei alla Biennale Architettura e sei certa di non essere salita su un aereo che ti abbia trasportato alla Tate di Londra.
Metti che l’amica, quando arriva, ti dice con nonchalance:“Ma certo, conosco questo posto, mio padre mi ci portava quando dovevano cuocere le sue sculture.”
Metti che hai appena scoperto il tuo posto del cuore.
(M.M.)
Di fabbriche dismesse a Bergamo e nel suo iper edificato hinterland non ne mancano di certo: tristi capannoni sorti in fretta e furia in zone industriali sempre più ingombranti, teatro della febbre edilizia nei magnifici anni ’80 – che concordemente possiamo definire campioni della morte dell’architettura industriale – oppure, in rarissimi casi, reliquie di archeologia industriale che giacciono moribonde in attesa di ingenti capitali che le riqualifichino. Forse. Chissà.
Poi, invece, metti che un sabato pomeriggio di gennaio – momento che climaticamente non si presta ad apprezzare un tessuto urbano devastato – scopri che la fabbrica dove era prodotto il tuo materiale preferito di sempre (il gres) non solo è aperta al pubblico ma è stata votata a un progetto per ricucire il rapporto con la città, ospitando un centro espositivo, un bar, un’installazione d’arte e – a breve – un ristorante, un giardino e un co-working.
“Gres art 671 è un progetto per Bergamo ma soprattutto con Bergamo “– spiega Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italmobiliare e Presidente di Fondazione Pesenti: gli artefici materiali di questo hub che collega aeroporto, città, università e campagna.
Estetica solarpunk in omaggio alla città
60.000 metri quadri di bellezza cementati in un’area strategica hanno ospitato una riflessione artistica di SolarPunk che nulla ha da invidiare rispetto alla Fireflies on water di Yayoi Kusama ospitata nella parte alta della città e che ti accolgono con tutta la potenza immaginifica che sette giganteschi silos in acciaio corten riescono a sprigionare con la loro sola presenza.
Gres Art 671 (il nome dello spazio, che rende omaggio alle sue origini ed al numero della strada statale che ne definisce una parte consistente del perimetro) chiama, avvenieristicamente ma forse anche un po’ provocatoriamente, il collettivo romano NONE collective per confezionare tre installazioni immersive dedicate alla narrazione dell’energia solare intesa però in senso artistico, immaginata-rivissuta-riproposta in una dimensione visiva e visionaria post moderna, e vagamente distopica – di una controcultura postcapitalista e decoloniale. In omaggio alla Città della Cultura quale “illuminata” anche dalla conoscenza e dall’arte, questa riflessione artistica sa coniugare senso letterale e metaforico dell’idea di “lume” – luce (φῶς) che ha in sé l’idea del divino che si mostra (Fiat Lux) provocando necessariamente l’acquisizione di percezioni – e quindi di conoscenze – che rischiarano le nebbie dell’ignoranza, della superstizione, del buio.
Un’ibridazione multilivello che apre stimolanti interrogativi più che fornire risposte
La nuova fabbrica culturale tuttavia non si è limitata a questo: ha ospitato il primo Festival delle Buone notizie – mai come ora oggetto del desiderio di un mondo iperconnesso che trasmette a reti unificate solo disastri (umani, economici, ecologici); performances musicali nell’ambito del Festival Pianistico Internazionale (Bergamo Brescia) e Bergamo Jazz.
Non stupisce dunque che sia un mostro sacro nel settore dell’illuminazione – Viabizzuno – ad aver progettato dal punto di vista della luce questo immenso spazio né che gli interni siano curati con la consueta cura da Locatelli Partners.
Info utili:
via S. Bernardino 141, – 24126 Bergamo BG
il progetto architettonico – gli esterni – Il progetto, firmato da De8_Architetti (Mauro Piantelli)
gli interni – Il progetto per gli interni è stato affidato a Locatelli Partners
il giardino – Progettato dalla consolidata collaborazione tra De8_Architetti e la paesaggista e agronoma Laura Gatti
L’attività espositiva riprenderà in autunno (2024). Stay tuned.