Se il paradiso esiste, probabilmente ha l’odore di caffè appena fatto, scaffali disordinati e una coda flessuosa che sbuca da dietro la cassa. A New York li chiamano “bodega cats” — felini residenti dei minimarket di quartiere, creature sonnacchiose e sornione che sorvegliano la situazione tra snack impilati e clienti assonnati. In Italia, li chiameremmo forse “impie-gatti”: micioni che lavorano — si fa per dire — nei luoghi più impensati, portando con sé quella miscela irresistibile di indifferenza felina e presenza rassicurante che li rende, di fatto, i colleghi migliori che potreste mai desiderare.
La leggenda dei bodega cats newyorkesi
La leggenda dei bodega cats newyorkesi nasce da necessità molto pratiche: la guerra contro i ratti. In una città in cui i roditori sembrano più numerosi dei pendolari in metropolitana, la soluzione più efficace si è rivelata essere il loro nemico storico, dagli antichi Egizi in poi. Le autorità, certo, storcono il naso: la presenza di animali nei locali che vendono cibo è tecnicamente vietata, con multe che oscillano tra i 200 e i 2.000 dollari. Ma provate voi a dire a un proprietario di minimarket che deve rinunciare al suo soriano antirapina.
I bodega cats non sono solo efficaci deterrenti a quattro zampe: sono anche veri e propri totem del quartiere. C’è chi entra solo per salutarli, chi li fotografa come fossero celebrità (e in effetti, su Instagram lo sono), chi si ferma a chiedere: “Ma dorme qui anche di notte?”. La risposta, il più delle volte, è sì. E no, non chiede mai le ferie.

Il gatto lavoratore, anzi impie-gatto
Il concetto di “gatto lavoratore” ha radici antichissime: quando l’uomo ha iniziato a immagazzinare il grano, sono arrivati i topi e, contestualmente, i loro agenti di contenimento naturali. Erano anche così carini da fare breccia nel senso estetico dei bipedi. Il connubio perfetto tra utilità e gradevolezza ha sancito un sodalizio millenario.
Ecco, quindi, l’archetipo del gatto impiegato: un essere semi-divino, in apparenza indolente, ma con una missione stampata nel DNA dalla notte dei tempi. Non ha un badge, ma ha un ruolo e nel contesto di una città caotica, la sua presenza è una carezza silenziosa.

Cercare e trovare felini di bottega
Anche in Italia i gatti lavoratori stanno vivendo il loro momento di gloria, grazie al lavoro meticoloso di Marianna Zampieri che, da fotografa autodidatta, è diventata una catographer professionista. Zampieri ha cominciato, come spesso accade, per amore: il regalo di una Reflex, il desiderio di immortalare Arthur, il gatto di casa. Da lì, l’irresistibile ingresso nel tunnel dei felini fotogenici.
La catographer racconta non solo i gatti, ma anche le loro storie e quelle dei loro umani, con un tocco che riesce a essere allo stesso tempo poetico e documentaristico. Il progetto C-AT Work, è proprio una raccolta di scatti e racconti dedicati ai gatti che vivono nei luoghi di lavoro “all’italiana”: negozi, cantieri navali, uffici, scuole di danza, saloni da parrucchiera. Gatti receptionist, gatti meccanici, gatti fashion consultant: se potessero battere uno scontrino per tutte le volte che si lasciano accarezzare o che concedono un concerto di fusa, saremmo tutti in debito con loro.

Dal progetto C-AT Work è nato il fortunato Cats in Venice, un progetto site specific che ha raccontato la vita dei gatti veneziani in una città che sembra fatta apposta per loro: silenziosa, labirintica, sospesa nel tempo. Venezia è notoriamente una città a misura di gatto, dove i felini sono amati e rispettati. Ci sono diverse colonie di randagi ma ormai i gatti sono prevalentemente di proprietà o semi-domestici e ben nutriti. Zampieri ha chiesto aiuto ai gruppi locali di appassionati per scovare le storie e i soggetti da fotografare: il gattaro veneziano è un umano socievole, molto disponibile a condividere informazioni e a far riconoscere il valore dei gatti nella storia cittadina.
Cat Advisor, la mappa globale degli impie-gatti
L’ultima sfida di Zampieri è Cat Advisor, una originalissima mappa interattiva e continuamente aggiornata che segnala i luoghi dove è possibile incontrare gli impie-gatti italiani nel loro habitat lavorativo. I Bodega Cats di New York non possono vantare nulla di così avanzato, al massimo le segnalazioni su Reddit.


Ph: Marianna Zampieri / Kira e Leo alla scuola primaria Rodari (Bo)
Cat Advisor è più di un tracciatore di vibrisse: è una guida sentimentale, un atlante felino globale per gattari in cerca di meraviglia.
Il funzionamento è semplice quanto geniale: ogni gatto è segnalato su una mappa con un’icona specifica (fuxia per quelli fotografati da Marianna, blu per quelli segnalati dal pubblico, verde per curiosità feline dal mondo). Cliccando sull’icona, si apre un piccolo universo: foto, nome del gatto, storia personale e luogo di lavoro.
Chiunque può contribuire. Se avete incontrato un impie-gatto nel vostro bar preferito, o in una libreria di quartiere, basta compilare una scheda dettagliata per segnalarlo e per vedersi riconoscere i credits. In un mondo in cui i social ci spingono a condividere brunch e tramonti, finalmente possiamo condividere ciò che conta davvero: la foto di un gatto che dorme su una stampante.
Testimoni ironici della nostra frenesia lavorativa
C’è qualcosa di affascinante nell’idea che l’animale più strafottente che frequentiamo scelga di restare in un luogo, di presidiare un bancone, di offrire conforto muto agli umani che si affannano intorno a lui. I gatti lavoratori non sono schiavi del capitalismo: sono testimoni ironici della nostra frenesia. Sono lì, impassibili, mentre rispondiamo a mail, mandiamo fatture o litighiamo con un fornitore. Mentre noi ci arrabattiamo, loro – sornioni, eleganti sonnacchiosi – semplicemente esistono.
Ora, grazie a Cat Advisor, potete rintracciare questi maestri spirituali della produttività, dare loro uno spazio sulla vostra timeline o semplicemente una rispettosa grattatina (se gradita e consentita). Quindi preparate il vostro smartphone, affilate i sensi, e seguite la mappa: gli impie-gatti vi stanno aspettando per farvi scoprire il lato più morbido e ironico del mondo del lavoro.

Ph: Marianna Zampieri / Mariolino al cinema Il Portico (Fi)