Avrete sicuramente notato in questi giorni nella storie di amici, celebrities e influencer, la comparsa imperante di un pavone. Vi state chiedendo cos’è?
Il filtro Instagram Peacock.
Cosa c’è di più adatto di un pavone per attirare l’attenzione dei selfisti più incalliti?
Il filtro Peacock trae ispirazione da una delle fotografie più note e iconiche di Ren Hang: Peacock, appunto (pavone).
Celebrities, influencer e semplici instagrammer seriali si stanno divertendo a diventare i soggetti protagonisti del celebre scatto.
Il filtro Instagram utilizza il pavone come oggetto di scena, e permette di ritrarsi nella stessa posizione della modella dello scatto originale.
L’atmosfera è fiabesca ed evocativa: un omaggio dallo spirito ludico a questo geniale artista tragicamente scomparso a nemmeno trent’anni.
Se volete provare il filtro lo trovate sul profilo Instagram del Centro Pecci.
Tagga @cosebelle.upcycled!
La Mostra a Prato
Il filtro nasce per promuovere la mostra Nudi al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.
Per la prima volta in Italia una selezione di 90 fotografie provenienti da importanti collezioni internazionali, dell’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang.
Le fotografie in mostra sono accompagnate dalla documentazione del backstage di un suo shooting nel Wienerwald nel 2015 e da un’ampia selezione dei libri fotografici da lui realizzati.
In Cina le foto di Ren Hang erano ritenute pornografiche e sovversive ma in realtà il soggetto protagonista è una gioventù cinese nuova, libera e ribelle.
Come emerge chiaramente dalle opere in mostra, l’artista indaga soprattutto sull’aspetto della ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Per lo più nudi, i suoi soggetti appaiono su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia.
I loro volti sono impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali.
Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena folli e stravaganti ma dal grande potere evocativo.
Ren Hang, Nude, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Untitled, 2012 Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Untitled, 2015 Courtesy OstLicht Gallery and Ren Hang Estate Ren Hang, Untitled, 2015 Courtesy OstLicht Gallery and Ren Hang Estate Ren Hang, Two Girls Dress, 2016 Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Girl with Ants, 2014 Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Peacock, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Portrait Plant, 2012 Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Muur, 2016. Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate Ren Hang, Kissing Roof, 2012 Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate
Ren Hang, poetico/ sovversivo
Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell’esposizione di organi sessuali e nelle pose, con qualche rimando al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione, scottanti e allo stesso tempo permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche.
I corpi dei modelli – tutti simili tra loro, esili, glabri, dalla pelle bianchissima e i capelli neri, rossetto rosso e unghie smaltate per le donne – sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante.
Come ha ammesso l’autore:
“Il genere […] per me è importante solo quando faccio sesso”.
Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina, infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte.
Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate.
“Siamo nati nudi…io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale”
_Ren Hang
Tutte le info per visitare la mostra
Ren Hang. Nudi
a cura di Cristiana Perrella
4 giugno – 23 agosto 2020
dalle ore 12.00 alle ore 20.00, dal giovedì alla domenica
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
Viale della Repubblica 277, 59100, Prato
Ingresso intero: 7€; ingresso ridotto: 5€
www.centropecci.it