CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia arricchisce l’estate torinese con un’altra mostra all’insegna della grande fotografia, la retrospettiva dedicata a Dorothea Lange e agli sguardi dei giovani talenti di Futures Photography.
Protagonista assoluta della fotografia documentaria del ‘900
Dopo l’esposizione su Eve Arnold, prosegue la rassegna delle grandi fotografe del Novecento: Dorothea Lange, oltre a essere l’autrice di una delle icone più celebri del secolo, la toccante Migrant Mother scattata nel 1936, è una delle protagoniste assolute della fotografia documentaria del Novecento, un autentico pilastro del genere..
Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro
La mostra Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro si compone di oltre 200 immagini e presenta la carriera di Dorothea Lange, che è stata, come scrisse John Szarkowski, “per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista”.
Chi è Dorothea Lange
Dorothea Lange (Hoboken, 1895 – San Francisco, 1965) si avvicina alla fotografia nel 1915, imparandone la tecnica grazie ai corsi di Clarence H. White alla Columbia University. Nel 1919 apre il proprio studio di ritrattistica a San Francisco, attività che abbandona negli anni Trenta per dedicarsi a una ricerca di impronta sociale e a documentare gli effetti della Grande Depressione. Fra il 1931 e il 1933 compie diversi viaggi nello Utah, in Nevada e in Arizona. Nel 1936 si unisce alla Farm Security Administration (FSA). All’interno di questo progetto epocale realizza alcuni dei suoi reportage più famosi, nonostante alcuni contrasti con Roy Stryker (a capo della divisione di informazione della FSA) in merito alle proprie scelte stilistiche. Nel 1940 ottiene un Guggenheim Fellowship (un importante riconoscimento concesso ogni anno, dal 1925, dalla statunitense John Simon Guggenheim Memorial Foundation a chi ha dimostrato capacità eccezionali nella produzione culturale o eccezionali capacità creative nelle arti.). All’inizio degli anni Cinquanta si unisce alla redazione di Life e si dedica all’insegnamento presso l’Art Institute di San Francisco. Muore nel 1965, a pochi mesi dall’importante mostra che stava preparando al Museum of Modern Art di New York.
Gli anni ’30 e ’40 negli States
Fra il 1931 e il 1939, il Sud degli Stati Uniti viene infatti colpito da una grave siccità e da continue tempeste di sabbia, che mettono in ginocchio l’agricoltura dell’area, costringendo migliaia di persone a migrare. Dorothea Lange fa parte del gruppo di fotografi chiamati dalla Farm Security Administration (agenzia governativa incaricata di promuovere le politiche del New Deal) a documentare l’esodo dei lavoratori agricoli in cerca di un’occupazione nelle grandi piantagioni della Central Valley: Lange realizza migliaia di scatti, raccogliendo storie e racconti, riportati poi nelle dettagliate didascalie che completano le immagini.
Migrant Mother, icona della disperazione
È in questo contesto che realizza il ritratto, passato alla storia, di una giovane madre disperata e stremata dalla povertà (Migrant Mother, 1936), che vive insieme ai sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse.
La crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni: nonostante ci separino diversi decenni da queste immagini, i temi trattati da Dorothea Lange sono di assoluta attualità e forniscono spunti di riflessione e occasioni di dibattito sul presente, oltre a evidenziare una tappa imprescindibile della storia della fotografia del Novecento.
Il percorso di mostra, visitabile dal 19 luglio all’8 ottobre a CAMERA a Torino, si concentra in particolare sugli anni Trenta e Quaranta, picco assoluto della sua attività, periodo nel quale documenta gli eventi epocali che hanno modificato l’assetto economico e sociale degli Stati Uniti.
FUTURES 2023: nuove narrative
Sei giovani talenti fotografici, selezionati per il programma europeo di promozione e valorizzazione degli artisti emergenti FUTURES Photography, in cui CAMERA rappresenta l’Italia, esplorano il tema della rappresentazione visiva della contemporaneità in oltre 40 scatti.
In parallelo alla mostra dedicata a Dorothea Lange, dal 19 luglio all’8 ottobre CAMERA propone nella Project Room la collettiva FUTURES 2023: nuove narrative, a cura di Giangavino Pazzola che coordina i progetti di ricerca a CAMERA.
I progetti in mostra sono di Andrea Camiolo (Leonforte, 1998), Nicola Di Giorgio (Palermo, 1994), Zoe Natale Mannella (Londra, 1997), Eleonora Roaro (Varese, 1989), Sara Scanderebech (Nardò, 1985), Alex Zoboli (Guastalla, 1990)..
Info utili
Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi
FUTURES 2023: nuove narrative, a cura di Giangavino Pazzola
19 luglio – 8 ottobre 2023
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino
Cover ph: Dorothea Lange / A large sign reading “I am an American” placed in the window of a store the day after Pearl Harbor. / Oakland, California, 1942 / The New York Public Library | Library of Congress / Prints and Photographs Division Washington