Che profumo poteva avere Ernest Miller Hemingway? Quali sono le note olfattive che si adattano meglio ad un uomo che vive intensamente e si esprime in maniera altrettanto potente?
Un profumo ci presenta al mondo, racconta la nostra storia, esprime la nostra anima.
Vivo a Bassano del Grappa, una delle tappe della vita di quell’immenso scrittore a cui è dedicato un museo che si trova all’interno di Ca’ Erizzo, un’elegante struttura del ‘400. Nel 1918, la villa fu residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana. Tra i volontari autisti c’era anche Ernest Hemingway, il cui racconto MS 843 del 1919 intitolato “The Woppian Way” o “The passing of Pickles Mc-Carty” prende le mosse proprio da quel luogo.
L’estate scorsa ho partecipato al Premio Giornalistico Papa Ernest Hemingway di Carole. Avendo avuto modo di approfondire gli aspetti della vita di questo uomo brillante e straordinario, mi sono chiesta come avrei potuto rappresentarlo attraverso l’aura di uno dei miei profumi.
Hemingway è stato un uomo dalla vita intensa, che ha vissuto in prima persona due guerre mondiali, amante degli sport estremi, desideroso di superare sempre i propri limiti, sempre insoddisfatto e alla ricerca di sfide sempre più grandi; un uomo dai rapporti sentimentali forti, labili, numerosi – numerose storie d’amore e ben quattro matrimoni – ma tuttavia intriso di quel senso di solitudine nel cuore che traspare dai suoi scritti.
In lui è chiara l’idea della vita come continua sfida contro sé stessi, la corsa alla ricerca di un significato per un mondo che non ne ha o sembra non averne, sempre in equilibrio tra il bene e il male, tra le storie e la solitudine, per sentirsi impotente contro la natura e il mondo; un uomo con i suoi sogni e i suoi limiti, pervaso da questo senso del fallimento, temuto, ma anche visto come occasione di crescita.
Un profumo che racchiuda l’anima di un uomo- Hemingway è per forza complicato, quindi, non banale, certamente sopra le righe.
Così ho pensato a un profumo intenso, di lunghissima persistenza, che ti entra nel cuore senza mezzi termini: con il tocco esotico caldo, dalla sfaccettatura sensuale e animalica, dell’ylang; con il tocco dolce della vaniglia, femminile e concreta che lascia spazio ai sogni; con l’ambra grigia dalle note calde e mistiche, lussuose; con una spolverata di cacao, il sentore del tabacco, le note di un Bourbon sorseggiato con un sigaro sulle labbra; con i legni preziosi di Patchouly (dalle sfaccettature terrose) e del legno di quercia leggermente affumicato; per finire, con le note cuoio che ricordano il cacciatore, l’uomo, le sue mani, la sua attrezzatura, gli stivali, i guanti.
Oggi, il mio profumo di Hemingway si chiama Meditation ed è entrato a far parte della mia linea di eau de parfum.




