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La scherma e la forza della natura: Marinella Garzini ai Master Daytona Beach 2023

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La scherma italiana ha chiuso uno splendido 2023 ottenendo un notevole successo anche al Campionato del Mondo Master Daytona Beach 2023, dove ha conquistato complessivamente 11 medaglie.

La presenza italiana ai vertici iridati è stata ulteriormente confermata, consolidando la reputazione degli atleti italiani di tutte le età come esempi di passione, dedizione e attaccamento allo sport della scherma. L’Italia ha chiuso al terzo posto nel medagliere per nazioni, posizionandosi dietro agli Stati Uniti e alla Francia. La delegazione italiana, guidata da Leonardo Patti e dai maestri Paolo Bottari, Giovanni Sirovich e Francesco Calabrese, ha dimostrato un’eccellente coesione di squadra.

Marinella Garzini ha contribuito significativamente ai risultati della spedizione azzurra, ottenendo la medaglia d’oro nella Squadra di fioretto femminile – insieme a Iris Gardini, Francesca Zurlo, Gianna Cirillo, Liquin Wei ed Elena Benucci – e una medaglia di bronzo con la Squadra di sciabola femminile formata, oltre a lei,  da Maria Teresa Conconi, Iris Gardini, Gabriella Lo Muzio, Nellina Minto e Rosangela Topatigh.

Una forza della natura ai Master Daytona Beach 2023

Cremasca, ex professoressa di fisica al ITC “Pacioli” di Crema, Marinella Garzini ha due figli, un marito e due cani (chissà se esattamente in quest’ordine). Classe 1950, Marinella è una forza della natura tant’è che una celebre patologa l’ha definita “soggetto da studiare”. Nel frattempo, Mircea Masserini è riuscita a intervistarla, tra una stoccata d’allenamento e l’altra, alla Polisportiva Scherma Bergamo.

Come sei approdata alla scherma?

MG: Ho sempre praticato sport a livello agonistico, il tennis è stata la mia passione da quando avevo tredici anni e, in quel di Crema, ho avuto modo di avvicinarmi a quella disciplina che non ho più abbandonato fino alle soglie della pensione.  Poi ho accompagnato mio figlio negli USA perché si stava perfezionando negli studi là e ho avuto modo di poter provare, a sessan’tanni suonati, un po’ di fioretto.

Quando sono rientrata in Italia sono corsa a Lodi ad iscrivermi alla Fanfulla (celebre società sportiva della città, ndr) dove sono rimasta fino al 2017, quando me ne sono andata perché non trovavo nessuno che mi seguisse per la mia arma preferita: la sciabola. Sai, in una società vengono fatte delle scelte strategiche e, se c’è da puntare su un atleta, di certo non si punta sul più anziano nonché ultimo arrivato: trovare un bravo maestro è difficile già per un giovane, figuriamoci per una come me.

Come sei passata da assoluta dilettante a un mondiale master?

MG: Ho fatto di necessità virtù, mi sono trovata con alcune schermitrici che, come me, non erano soddisfatte e così abbiamo iniziato a tirare fra noi, a fare squadra pur non essendola ancora, tecnicamente e, piano piano, i risultati sono arrivati. Per carità, modesti, ma qualche soddisfazione con le ragazze ce la siamo tolta.

Tu chiami “modesti” i risultati di un mondiale?

MG: Dico che sono stata fortunata, trovare compagne che condividono la tua filosofia, nello stesso momento della tua vita, con la stessa passione è più che altro un fattore di fortuna più che di merito.

Ricapitolando, inizi con il fioretto, poi passi alla spada e successivamente anche alla sciabola che, dal punto di vista propriamente tecnico, è la più difficile. Dove trovi tutta l’energia richiesta da tre prove così impegnative?

MG: Penso che l’aver praticato sport a livello agonistico abbia avuto la sua importanza, mi ha aiutata a sentire meno la fatica o a esserci abituata, a seconda dei punti di vista. Inoltre, penso che i risultati scatiriscano dal fare ciò che ti piace, con determinazione.

Ora per quale società tiri?

MG: Per la Scherma Bergamo che, avendo una sede a Romano di Lombardia, mi permette di poter frequentare le pedane più comodamente e poi, in occasione dei tornei sociali, vado a Bergamo.

Com’è andata la recente esperienzadei Mondiali negli States?

MG: Ti dico che è stata un’esperienza unica. Avevo già partecipato ai mondiali a Zara nel 2022, dove mi ero confrontata con atlete provenienti da tutto il mondo ed è lì che avevo raggiunto quello che considero il fiore all’occhiello della mia carriera da schermitrice (medaglia di bronzo in sciabola, ndr). A Daytona ci siamo portate a casa l’oro nel fioretto e il bronzo nella sciabola, un grande successo. Ma la cosa che mi dà più soddisfazione è che ci sentiamo parte di un gruppo, siamo una squadra nel vero senso della parola e benché io sia una delle più scarse, le compagne mi seguono, mi danno consigli tecnici, mi sostengono e sono tutte cose che contano quando si è in pedana. E poi, anche con le avversarie provenienti dai vari paesi, che nella maggior parte dei casi sono più brave di me perché praticano le armi sin dall’adolescenza, ogni tanto qualche soddisfazione si riesce a prendersela. Sentirsi convocare ai mondiali è un risultato al quale non pensavo nemmeno quando, a 65 anni suonati, mi sono iscritta all’Associazione Italiana Master (sezione riservata agli atleti +60).

Una seconda gioventù tutta all’insegna dello sport?

MG: Assolutamente no, la vita ha così tanto da offrire! Ad esempio, ogni anno trascorro due settimane a Venezia in occasione della Mostra del Cinema, ho dato qualche lezione di fisica all’Uni Crema, mi interesso della storia della mia città in particolare ai conventi femminili ora soppressi e ai cippi delimitanti i confini tra Crema (veneziano) e il Ducato di Milano e… non ho ancora finito.

Progetti per il futuro? A questo punto non possiamo fare a meno di chiederlo

MG: Beh, sicuramente partecipare a tutte le gare riservate ai master in Italia, altrimenti perdo il posto nel ranking e non mi chiamano più per i mondiali!

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