Arrivati a Murano, dopo una breve passeggiata sbirciando le vetrine stracolme di vetri e le fornaci più visibili, basta girare l’angolo di Punta Conterie per giungere alla residenza patrizia in stile gotico fiorito, sede del Museo del Vetro di Murano.
Il Museo del Vetro, simbolo identitario di una comunità
Al momento della fondazione, nel 1861, il primo nucleo del museo-archivio dell’isola trova spazio nel salone centrale, sotto gli affreschi di Francesco Zugno che oggi si possono ammirare attraverso la luce e la trasparenza di un enorme lampadario di cristallo a 60 lumi. Da qui, la collezione si estende poco alla volta, a tutto l’edificio, grazie all’apporto di tutta la comunità dei vetrai muranesi. I proprietari delle fornaci donano i propri pezzi antichi ma anche le collezioni più moderne e, nel 1862, l’abate Vincenzo Zanetti istituisce una scuola dove, nei giorni festivi, i vetrai possono studiare disegno e i modelli del passato. La svolta per il museo avviene nel 1923, quando Murano entra a far parte del Comune di Venezia, che acquisisce anche il palazzo e il museo, facendovi confluire i magnifici vetri delle collezioni Correr, Cicogna e Molin.
Il vetro di Murano rinasce come una fenice dalle ceneri (delle fornaci)
Nel corso della storia, i vetri muranesi e l’economia dell’isola subiscono alterne fortune. Per reagire ad ogni crisi, gli artigiani sono riusciti a elevare la propria arte con perseveranza, dedizione e lanciando nuove mode. Dopo la grande invenzione di metà ‘400 del vetro cristallino, da parte di Angelo Barovier, la cosiddetta età dell’oro del vetro di Murano – in cui vengono creati anche il vetro ghiaccio, il vetro filigranato e l’avventurina – termina con la concorrenza del vetro di Boemia. Murano si riprende grazie a Giuseppe Briati che ruba i segreti del vetro boemo e lo riadatta al gusto muranese: nascono i grandi lampadari e gli specchi del ‘700, i centrotavola, i complementi d’arredo. Murano fa fortuna anche con i vetri mimetici: il lattimo che imita la porcellana bianca, il vetro opalino e il calcedonio. Contestualmente alla caduta della Repubblica nel 1797, ecco una nuova crisi alla quale Murano resiste con la produzione delle perle e ripescando l’antica tecnica del vetro murrino. Da metà ‘800 l’arte vetraria muranese ha nuova fortuna e le crisi moderne diventano più sfumate e più insidiose: sono superate soprattutto con la ricerca nel campo del design e con le collaborazioni artistiche. L’ultima grande crisi risale agli anni ’90 del secolo scorso. Oggi le sfide da affrontare sono la contraffazione e concorrenza sleale del mercato asiatico ma Murano, come stiamo vedendo, non molla e ha ancora molto da dire con la sua arte centenaria.
Il ‘900 di Nason Moretti, cent’anni di vetro sulla tavola
Oltre al percorso di conoscenza della storia del vetro di Murano, il Museo offre due mostre che gettano uno sguardo sulla modernità e sul futuro del vetro, visibili entrambe fino al 6 gennaio 2024: Cento anni di Nason Moretti e Murano Upcycling Glass.
Una delle più floride e originali realtà muranesi, la NasonMoretti, nel 2023 festeggia cent’anni di attività. Per l’occasione apre gli archivi e condivide con il pubblico del Museo del Vetro una storia importante fatta di oltre diecimila modelli. Fin dalla fondazione nel 1923, la cristalleria Nason & Moretti sceglie di occuparsi con grande modernità di arte della tavola. L’azienda è divenuta un punto di riferimento del design fin dal 1955, quando le coppe Lidia si aggiudicano il Compasso d’oro e comincia la sua assidua presenza alla Biennale di Venezia. La mostra – e il volume celebrativo – mettono in risalto gli oggetti di maggior successo creati dalla fornace e le collaborazioni con celebri nomi del design e dell’architettura, evidenziando la grande vitalità di questa storica azienda familiare muranese.
Murano: Upcycling Glass, la sfida del vetro industriale riciclato
il Museo del Vetro di Murano ospita anche una mostra che, per la prima volta, propone una quarantina di opere realizzate con vetro industriale riciclato.
È un materiale desueto, con cui i maestri vetrai non sono soliti lavorare: si tratta infatti di un vetro prodotto da materia prima seconda, cioè da vetro riciclato trasparente e incolore, assolutamente diverso dal tradizionale vetro di Murano normalmente utilizzato ma che, in Italia, siamo bravissimi a recuperare.
Quindici maestri per quaranta opere
Quindici maestri, provenienti da aziende concessionarie del marchio Vetro Artistico® Murano, si sono messi in gioco dimostrando che anche dai rifiuti in vetro possono nascere splendide opere d’arte, impreziosite dalle tecniche – come soffiatura, vetrofusione, lavorazione a lume, ma anche molatura e battitura – che hanno reso l’alto artigianato muranese un unicum nel mondo.
Ancora una volta Murano sa raccogliere una sfida e passare con la propria arte attraverso un periodo in cui la crisi è ecologica, oltre che economica. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico sui temi del riciclo, dell’uso più consapevole delle materie prime e della sostenibilità, presentando un allestimento che ripropone, gli ambienti di un moderno loft domestico.
La lunga vita del vetro industriale riciclato
In vetro industriale riciclato – che è un materiale potenzialmente eterno – sono stati realizzati tutti pezzi che vogliono ricordare quanto questo materiale “abita le nostre case”: non solo bicchieri, vasi e stoviglie, un grande lampadario Rezzonico, un tavolo e vari elementi decorativi. I maestri si sono cimentati anche con oggetti dalla realizzazione molto complessa come una caffettiera, divani e poltrone
Grazie al riciclo di circa 350 kg di rottami di vetro, Murano: Upcycling Glass è stata in grado di evitare l’emissione in atmosfera di 127 kgt di CO2 eq. Inoltre, verranno compensate anche le emissioni generate dalle attività di lavorazione del vetro per la creazione delle opere, stimate seguendo le indicazioni proposte dall’ISPRA, e che ammontano a circa 7 t di C02 eq.
Murano: Upcycling Glass si inserisce all’interno delle iniziative di The Venice Glass Week 2023 e può essere visitata anche attraverso un virtual tour
Cover photo: Murano Upcycling Glass 2023 | Simone Cenedese | Ph credit Zeta Group (particolare)