Educazione olfattiva

Alla scoperta dei musei del profumo italiani

Tempo di lettura: 4 minuti

Scopri i musei del profumo più affascinanti d’Italia — da Venezia a Milano, dal Piemonte alla Calabria — e lasciati guidare dalla fragrance designer Claudia Scattolini, in un viaggio che stimola olfato, mente e memoria. Parti verso un’avventura sensoriale – tra flaconi preziosi, essenze rare e storie d’altri tempi – in cui imparerai a riconoscere profumi, emozioni e curiosità nascosti dentro ogni boccetta.

Hai mai pensato che visitare un museo del profumo possa essere un esercizio di educazione sensoriale e un modo di “annusare” il mondo con maggiore consapevolezza? Non si tratta solo di respirare fragranze meravigliose ma di imparare a riconoscerle, collegarle a epoche, luoghi e storie.

Ogni museo dedicato al profumo custodisce un sapere invisibile, il viaggio di essenze che hanno attraversato secoli, culture e continenti. In questa guida scoprirai come vivere questi luoghi non solo come spettatore, ma come esploratore dell’olfatto. Imparerai a osservare un flacone come fosse un documento storico, ad annusare come un ricercatore, a ricordare come un artigiano. Segui il percorso tra Venezia, Milano, Piemonte e Calabria, quattro tappe per allenare il naso, stimolare la mente e lasciarti trasportare in un viaggio sensuale che profuma di conoscenza.

Museo di Palazzo Mocenigo a Venezia

Arrivare a Palazzo Mocenigo nel sestiere di Santa Croce a Venezia significa entrare nel primo percorso espositivo permanente in Italia dedicato al profumo.
Come docente ti suggerisco tre chiavi per vivere al meglio la visita:

Prima chiave → la “storia”: all’ingresso troverai strumenti originali, ricettari antichi come I Notandissimi Secreti de l’Arte Profumatoria del 1555 e le “stazioni olfattive” che collocano il profumo nel contesto della Venezia mercantile.
Seconda chiave → l’“olfatto attivo”: approfitta delle postazioni per annusare materie prime, individuarle e confrontarle con quanto è scritto nei pannelli.
Un buon esercizioè chiederti: “Riconosco questa nota olfattiva? Dove la ritroverei in un profumo?”.
Terza chiave → il “contenitore come memoria”: osserva la collezione di flaconi prestigiosi (oltre 500 vere opere d’arte nella mostra Viaggio nella storia del Profumo). Il messaggio è chiaro: il profumo svanisce ma il contenitore custodisce la memoria.

Suggerimento didattico: porta con te un quaderno o usa lo smartphone per fotografare almeno tre flaconi che ti colpiscono e scrivi una frase su come la forma o la storia del flacone possa “raccontare” il profumo.
Nella sezione dedicata al museo del costume, potrai vivere un viaggio olfattivo fatto di tappe diverse: in ogni sala potrai degustare un profumo. Questo è il percorso che ho creato personalmente come sponsor del museo.

Museo del Profumo a Milano

A Milano, nella zona Cenisio-Maggiolina, in Via Messina 55, si trova il Museo del Profumo, un vero scrigno della storia della profumeria d’epoca, soprattutto italiana, con circa 2 000 flaconi, opere d’arte, stampe e calendarietti che coprono più di due secoli di evoluzione olfattiva.
Il progetto, guidato da Giorgio Dalla Villa, ricostruisce non solo le fragranze ma anche l’evoluzione sociale, artistica e industriale del profumo in Italia.

Perché visitarlo?
Ti offre una lettura della profumeria come arte di vetro, design e costume, con le sue vetrine dedicate al flacone e non solo alla fragranza.
Espone pezzi che testimoniano la creatività italiana, come la produzione della casa milanese Gi.Vi.Emme di Giuseppe Visconti di Modrone, flaconi firmati da artisti come Carlo Scarpa e Fulvio Bianconi.
Ogni visita guidata – che dura circa un’ora e mezza – è condotta da Giorgio Dalla Villa, che racconta la “vera storia” della profumeria d’epoca, unendo cultura, aneddoti e conoscenza professionale.

Suggerimento didattico: prenota e arriva puntuale. Il museo funziona molto per narrativa, quindi l’interazione è utile.Durante l’osservazione delle vetrine, scegli due-tre flaconi italiani che ti colpiscono per forma e design, e chiediti: che epoca storica rappresentano queste forme? Quale categoria sociale o mercato avrebbero servito? Quale “accordo olfattivo” (anche solo concettuale) potrei associare a quel flacone? Dopo la visita, registra un breve vocale o scrivi una riflessione: “Quale innovazione tecnica o stilistica mi ha colpito nel flacone?”. Ti aiuterà a consolidare l’esperienza.

Claudia Scattolini

Casa del Profumo Feminis-Farina di Santa Maria Maggiore, Valle Vigezzo

In Piemonte ti aspetta un gioiello raccolto ma prezioso: la Casa del Profumo Feminis-Farina, inaugurata nel 2018. Qui scoprirai la nascita dell’“Acqua di Colonia” nel Settecento — da Giovanni Paolo Feminis all’evoluzione commerciale di Farina.
Hai capito bene, l’“Acqua di Colonia” è stata inventata da proprio un italiano!

Come vivere la visita:
Contesto storico-tecnico: scopri come una miscela nata come rimedio medicinale si trasformò in profumo diventando cultura popolare.
Tradizione + innovazione: osserva strumenti, bottiglie e documenti e rifletti su come la storia di una fragranza sia molto più che un bouquet di note.

Esercizio didattico alternativo: durante la visita, scegli tre materie prime storiche esposte nel museo. Annusale una alla volta e scrivi una breve descrizione emotiva per ciascuna: quale ricordo evocano? Quale emozione suscitano? Poi immagina un piccolo accordo olfattivo combinando le tre note, come se dovessi creare oggi una fragranza ispirata al Settecento.

Museo del Bergamotto di Reggio Calabria

Infine, al Sud, il Museo del Bergamotto a Reggio Calabria ti collega profumeria, botanica e territorio.

Cosa valorizzare durante la visita:
Materia prima al centro: il bergamotto non è solo un ingrediente, ma un simbolo di identità territoriale. Il museo lo presenta in laboratori che uniscono profumeria, cucina e artigianato. Il bergamotto calabrese è il più pregiato al mondo, tutti i grandi profumieri lo desiderano e lo pagano a caro prezzo.

Dimensione multisensoriale: non è una semplice esposizione, ma un’esperienza attiva nei laboratori dove si crea, si tocca, si annusa.
Approccio didattico: considera la visita come un mini-workshop: annota tre applicazioni del bergamotto (profumeria, gastronomia, artigianato) e rifletti su quale “profilo olfattivo” emerge per ciascuna.

Mini-guida operativa

Quando visiti un museo del profumo, prova a seguire questo schema:

  1. Preparazione: prima della visita, leggi brevemente la storia della sede o della materia prima protagonista.
  2. Durante la visita: usa consapevolmente l’olfatto. Concediti 3-4 annusate “intenzionali”, identifica le note e chiediti “dove la riconosco?”.
  3. Dopo la visita: scrivi un breve commento o registra un vocale (anche di 2-3 minuti) su “cosa ho imparato” e “come applico questa esperienza alla mia curiosità o al mio lavoro”.

Per un appassionato o un docente, non è solo una gita, ma un laboratorio dal vivo. In ogni museo trovi “materia” e “metodo”: che si tratti delle boccette aristocratiche veneziane, della pionieristica Acqua di Colonia o dell’agrume mediterraneo calabrese, l’importante è l’approccio attivo — vedere, annusare, interrogarsi, riflettere.
Scegli una (o più) di queste tappe e lascia che la tua visita diventi un momento di scoperta sensoriale. Buona esplorazione olfattiva!

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