Nell’epoca incredibile del 1700: La fine del Vecchio e l’inizio del Nuovo
La fine del 1700, che epoca incredibile. Un’epoca che ha ancora in mano tutte le carte del Medioevo e del Rinascimento, ma le gioca già sul tavolo del 1800, della conquista del mondo, della tecnologia, della modernità. Ma le gioca, a volte, in modo strano, incerto, come se non conoscesse ancora bene le nuove regole, ma fosse ugualmente ansiosa di cogliere la sua mano fortunata.
Avventurieri alla ricerca di nuovi orizzonti
È un’epoca di avventurieri, di frontiere inesplorate, di imprese che a volte superano la stessa immaginazione. Le guerre, le scoperte, le invenzioni, i viaggi, ormai non sono più legati ai territori di sempre, il mediterraneo, il Medio Oriente, il Caucaso, l’Europa del nord. Ora, ogni evento, ogni progetto, ogni battaglia, si pianifica su un mappamondo che è sempre più grande, dettagliato e completo.
Esplorando terre sconosciute: il mistero delle regioni remote
Non ci sono più continenti da scoprire, ma molte di quelle remote regioni segnate sui planisferi sono ancora dei misteri assoluti, terre inesplorate e vergini, con infiniti pericoli e possibilità. Nel 1770, James Cook sbarca sulla costa orientale della Terra Australis, completando l’immagine del pianeta con l’ultimo continente conosciuto, mentre Mozart è in viaggio in l’Italia e a Bonn nasce Ludwig van Beethoven.
In questi anni di rivoluzioni politiche, dove gli Imperi iniziano il loro lungo tramonto per lasciare spazio ad un mondo fatto di nazioni, ci sono storie di uomini che si fatica a credere siano potute succedere. Sembra davvero, a volte, che tutto sia possibile, che un singolo uomo possa attraversare il pianeta, e vivere avventure così grandi che nessuno prima è nemmeno riuscito a fantasticare.
Uno di quegli uomini è Maurice Benyovszky, questa è la sua storia.
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