Il Museo Poldi Pezzoli presenta la mostra Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito, aperta al pubblico dal 20 marzo al 24 giugno 2024.
Per la prima volta si potranno ammirare, esposte insieme a Milano, le otto tavole del polittico del 1469 provenienti da New York, Lisbona, Londra e Washington.
I segreti dello straordinario capolavoro rinascimentale saranno svelati da una campagna di analisi diagnostiche sostenuta da Fondazione Bracco
Ci sono voluti 555 anni
Piero della Francesca (1412–1492) finì di dipingere il Polittico agostiniano nel 1469 per l’altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro (Arezzo), iniziato nel 1454.
La pala, fra le ope re di maggiore impegno di Piero della Francesca, fu smembrata e dispersa entro la fine XVI secolo.
Oggi ciò che resta del polittico agostiniano, ovvero otto pannelli (la tavola centrale e gran parte della predella non sono state finora rintracciate), si trova in musei in Europa e negli Stati Uniti, oltre che al Museo Poldi Pezzoli, proprietario del pannello raffigurante San
Nicola da Tolentino, uno dei quattro santi che appartenevano alla parte centrale del polittico.
Una riunione che sembrava impossibile
In passato alcuni musei avevano già provato a riunire il polittico: lo stesso Museo Poldi Pezzoli nel 1996, la Frick Collection nel 2013 e il Museo dell’Hermitage nel 2018. Ma, non ottenendo tutti i prestiti, ne hanno proposto solo una ricostruzione “virtuale”.
Dal 20 marzo 2024, grazie alla collaborazione con i grandi musei proprietari dei pannelli superstiti, la Frick Collection di New York (San Giovanni Evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo), il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona (Sant’Agostino), la National Gallery di Londra (San Michele Arcangelo) e la National Gallery of Art di Washington (Sant’Apollonia) sarà possibile ammirare riuniti tutti i frammenti del famoso polittico.
La mostra, ideata da Alessandra Quarto, direttrice del Museo Poldi Pezzoli, è a cura di Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), studiosi di livello internazionale e gli ultimi a proporre la ricostruzione del polittico nel 2013 presso la Frick Collection di New York sulla base delle indagini finora condotte.
Piero della Francesca a raggi X
Parte importante della mostra è la sala che espone lo studio diagnostico per immagini sul “San Nicola da Tolentino” del Poldi Pezzoli, voluta da Fondazione Bracco e realizzata in situ dal team di ricercatori dell’Università di Milano, dello spinoff IUSS Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, coordinato dalla professoressa Isabella Castiglioni.
Lo studio ha permesso di ripercorrere le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico. Si è potuto così esaminare in modo inedito l’opera d’arte, dagli strati pittorici superiori, visibili ad occhio nudo, agli strati preparatori più profondi, ottenendo una rappresentazione visiva e intuitiva delle caratteristiche e della distribuzione superficiale dei materiali.
Le tecniche del grande maestro
La pratica pierfrancescana per il disegno prevedeva strumenti e tecniche diverse: i punti di spolvero dei cartoni ancora si rilevano perfettamente, infatti, in alcune aree del dipinto mentre altrove furono forse cancellati dall’artista stesso nel momento in cui tracciava il disegno.
I raggi X hanno poi evidenziato che si tratta di una sola tavola di legno di pioppo, che reca tracce delle traverse rimosse e che fu assottigliata.
Un capolavoro su una carpenteria di riciclo
Condotte attraverso immagini ad alta risoluzione nell’ultravioletto, vicino infrarosso, radiazione X e analisi di microscopia e spettroscopia puntuale, le indagini hanno permesso di scendere fino agli strati più profondi, portando alla luce più di un segreto. Primo fra tutti, il fatto che Piero della Francesca non ebbe a disposizione delle tavole apposite, ma dovette dipingere su una carpenteria medievale, ricavandone un capolavoro.