Mary Anning è la più grande cacciatrice di fossili della storia e anche una delle figure meno conosciute della paleontologia in rapporto alle sue incredibili scoperte. Il fatto che fosse una donna non è una variabile da poco nel fatto che sia stata quasi cancellata dai libri di storia.
Se entriamo nel Museo di Storia Naturale di Londra, che per molti versi si può considerare il tempio della paleontologia mondiale, e andiamo nella sezione dei fossili di animali marini, ad un tratto ci troviamo davanti un esemplare enorme, perfetto, impressionante.
È un Plesiosauro, per la precisione un Rhomaleosauro di 5 metri di lunghezza, che distende sulla parete a cui è appeso le sue grandi zampe a forma di pinna e il suo lungo, lunghissimo collo, in cima al quale troneggia una testa che sembra quella di un drago, come fosse la punta di una gigantesca freccia.
C’è una targhetta in basso a sinistra, con una immagine. Rappresenta una donna con un lungo vestito verde bordato di rosso, una cesta al braccio e un martello in mano. È la donna che lo ha scoperto: Mary Anning, la più grande cacciatrice di fossili della storia, e anche una delle figure meno conosciute della paleontologia in rapporto alle sue incredibili scoperte. Siamo agli inizi del 1800.