Food for soul or food for thought?
Le opere di Licia Fusai, esposte negli spazi della storica Pasticceria Cucchi durante il Fuorisalone di Milano dal 7 al 12 giugno ‘22, nascono dalla fusione degli ingredienti che solitamente si mescolano per creare pietanze nutrienti, per il corpo e per l’anima.
Le tele di Licia nutrono l’anima, e utilizzano elementi che solitamente allietano il palato, diventando così un’opera d’arte totale e avvolgente. È proprio dalla necessità primordiale di cibo che nasce il nostro desiderio di saziarci d’arte, in quanto il nostro corpo ha un costante bisogno di nutrimento spirituale, oltre a quello fisico. Prendersi cura di una persona non significa solo nutrire il suo stomaco, ma anche la sua mente.
Le opere di Licia Fusai nascono dall’attenta osservazione della natura, vista non solo come fonte d’ispirazione, ma anche e soprattutto come possibile e straordinario mezzo espressivo. I suoi dipinti sono composti da profumi e sapori, nella ricerca dell’origine organica e minerale del cibo, usato nelle sue infinite sfumature cromatiche.
Una lenta e meticolosa ricerca di equilibrio e armonia, unita al desiderio di elevare e nobilitare quei prodotti della terra a cui si è soliti attribuire unicamente una funzione nutritiva, trova espressione in composizioni la cui estetica, essenziale e talvolta ai limiti dell’astrazione, è regolata su armonie rigorose e lineari.
Nutrirsi d’arte o nutrirsi con arte?
La riscoperta del valore delle materie prime, la volontà di esaltarne in egual misura le qualità estetiche e nutritive rendono il lavoro di Licia Fusai ricco di implicazioni etiche; il rispetto sacrale nei confronti delle risorse impiegate è un elemento centrale per comprenderne la poetica e le finalità.
Il duplice ruolo dell’arte nella poetica di Licia Fusai, che la rende così unica, è proprio questo: sfamare simbolicamente corpo e anima.
Se le opere di Licia venissero scomposte, ci troveremmo davanti a un’esplosione di profumi e sapori, gli stessi aromi che contraddistinguono i cibi che rimangono per sempre scolpiti nella nostra memoria e che possono evocare ricordi del passato ed emozioni intense.
Le sfumature del sale, la grinta del pepe, il profumo pungente della cannella…
Queste stesse sensazioni le avvertiamo ogni volta che entriamo in una galleria e assaporiamo un’opera d’arte: veniamo avvolti e coinvolti dalle vibrazioni di quell’opera stessa, dove i colori e le forme richiamano tutto il nostro vissuto e l’immaginato, creando un’esperienza unica, ricca di emozioni. Non dimentichiamo però gli chef che contribuiscono a rafforzare e solidificare questo processo creativo o la magia dei dolci amalgamati dalle mani stregate dei pasticceri che,a loro volta, creano vere opere d’arte commestibile.
La riscoperta del valore delle materie prime, la volontà di esaltarne in egual misura le qualità estetiche e nutritive rendono il lavoro di Licia Fusai ricco di implicazioni etiche; il rispetto sacrale nei confronti delle risorse impiegate è un elemento centrale per comprenderne la poetica e le finalità.
Dove
Pasticceria Cucchi, all’angolo tra corso Genova e piazza Resistenza Partigiana, nel cuore di Milano.
Fondata nel 1936 da Luigi Cucchi e dalla moglie Vittorina, la Pasticceria Cucchi offre un magico scenario retrò, ritrovo ieri come oggi di impprtanti esponenti del tessuto culturale urbano. Con le sue delizie ha ispirato e nutrito poeti e letterati, da Giuseppe Ungaretti a Gabriele Salvatores. Negli anni ha conservato la sua vocazione di caffè ristrovo per artisti, aprendo i suoi spazi alle esposizioni di eccellenti creativi.
Quando
L’arte che nutre, un’esposizione di Licia Fusai, dal 1 al 30 giugno 2022