Cervello acceso

Facile ironia, quando l’arte italiana fa la spiritosa

Tempo di lettura: 6 minuti


Al MAMbo di Bologna, una mostra celebra l’ironia nell’arte italiana dal Novecento a oggi. Da Manzoni a Cattelan, passando per il femminismo e la politica, “Facile ironia” ci ricorda che ridere è una cosa seria. E che a volte, per capire il mondo, serve uno sguardo beffardo.

L’arte di ridere e di far ridere

Hai mai pensato all’ironia come a un’arma di distruzione di massa? Non nel senso letterale ma come uno strumento capace di smontare certezze, far emergere paradossi e ribaltare prospettive. “Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo” è la mostra che dal 6 febbraio al 7 settembre 2025 al MAMbo di Bologna celebra proprio questo: l’arte che fa sorridere, ma con il cervello acceso.

Dai giochi di parole ai paradossi visivi

L’arte italiana ha sempre avuto un debole per il sarcasmo. L’ironia si basa sul paradosso, ovvero il rovesciamento del senso comune, che permette di sviluppare un linguaggio critico e alternativo. Un esempio è Mozzarella in carrozza di Gino De Dominicis, che trasforma un piatto culinario in una grande carrozza con una vera mozzarella all’interno, creando un effetto straniante. Anche La conta di Marisa Merz gioca con l’assurdo: invece di cucinare i piselli, l’artista li conta, trasformando un gesto quotidiano in un’azione surreale. Questi lavori dimostrano come il paradosso sia una strategia artistica per sovvertire le convenzioni e rivelare contraddizioni sociali. Piero Manzoni firma il concetto di “artista” vendendone le scorie, mentre Maurizio Cattelan appende Papa Wojtyła colpito da un meteorite. Il paradosso è il motore di molte opere in mostra: immagini che sembrano semplici giochi visivi, ma che smascherano assurdità ben più profonde.

L’ironia come gioco

Il gioco è una forma di ribellione artistica che sfida le norme e stimola l’immaginazione. Spesso ispirato all’infanzia, decostruisce la rigidità della realtà quotidiana e ridefinisce i confini dell’opera d’arte. L’arte ludica può modificare i materiali tradizionali, trasformando ad esempio un olio su tela in un campionario di tessuti o riducendo la scultura a un oggetto leggero e fantastico. Il gioco diventa così un mezzo per innovare e rompere con le convenzioni.

L’ironia femminista: una risata che smonta il patriarcato

Non si ride solo per divertimento. L’ironia, soprattutto per le artiste donne, è stata ed è un modo per demolire gli stereotipi di genere. Cinzia Ruggeri reinventa l’abito da sposa come una prigione di convenzioni sociali. Sarah Ahmed sottolinea come ridere di qualcosa possa ridurne il potere, mentre Carla Lonzi evidenzia la forza del non detto nella risata. Le artiste usano l’ironia per decostruire stereotipi e ribaltare i pregiudizi di genere. Un esempio è l’installazione di Tomaso Binga, in cui il contrasto tra il rosa e l’azzurro ironizza sulle convenzioni cromatiche legate ai generi: l’artista trasforma il proprio corpo in caratteri tipografici, ribaltando il linguaggio maschile, mentre L’arte diventa così un atto di insubordinazione e un mezzo di rivendicazione politica.

L’ironia politica: quando il sistema viene preso in giro

Se pensi che l’arte sia solo per musei e gallerie, questa mostra ti farà ricredere. Negli anni Settanta, gli Indiani Metropolitani usavano il fumetto per sabotare la politica ufficiale, mentre Piero Gilardi portava enormi maschere in gommapiuma nelle proteste. L’ironia diventa così un linguaggio di lotta, una strategia per dire cose scomode senza prendersi troppo sul serio. L’ironia viene impiegata nella critica alle istituzioni culturali e politiche, mettendone in crisi l’autorità con strategie provocatorie. Gli artisti non si limitano a una critica testuale, ma portano la satira nello spazio pubblico, trasformandolo in un palcoscenico per azioni collettive di protesta. L’ironia si fa quindi strumento di lotta e di rivendicazione sociale.


Piero Gilardi | Animazione “Renzi che salta”, 2015 | Pupazzo, telone, cinque cappelli, poliuretano espanso, PVC | 70 x 90 x 140 cm
| Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi | Photo credit Leo Gilardi

Ironia come institutional critique

Il sistema artistico è regolato da dinamiche di potere spesso invisibili. Alcuni artisti scelgono di svelarle e parodiarle, denunciando la marginalizzazione delle donne, la precarietà economica e le logiche di mercato che impongono la continua ricerca di successo. Anche gli spazi espositivi partecipano alla critica: la reintroduzione del colore nelle sale museali mette in discussione la neutralità del white cube, modello dominante dell’arte contemporanea.

Ironia come nonsense

Negli anni ’70 e ’80, artisti e poeti italiani hanno esplorato il potenziale ludico del linguaggio, liberandolo dal significato convenzionale. Il nonsense, attraverso la poesia visiva e sonora, mette in crisi il sistema di segni e significanti della lingua parlata. Le parole diventano puro suono e gesto, restituendo all’atto del parlare una dimensione espressiva più libera. Nell’installazione presente in mostra, il volume d’ascolto assume la forma di una torre d’avorio, non come luogo di isolamento, ma come celebrazione della follia creativa. Ironia come nonsense

Meme e arte contemporanea: il futuro dell’ironia

E oggi? Eva & Franco Mattes ci mostrano come la “memestetica” sia l’ultima evoluzione dell’arte ironica: i meme diventano il nuovo linguaggio di critica sociale, mescolando digitale e cultura pop. Una mostra che non si ferma al passato, ma che guarda dritta al presente (e un po’ ci prende in giro).


Eva & Franco Mattes | Copycat, 2024 | Gatto tassidermico, 3 scanner-stampanti, un numero illimitato di fogli A3 multicolore /
Taxidermy cat, 3 scanner- printers, unlimited A3 multicolored sheets 70 x 45 x 140 cm | Courtesy gli artisti e / the artists and
APALAZZOGALLERY | Foto / Photo Ernst Fischer

Info utili

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo

A cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni

Oltre 70 artisti, più di 100 opere e documenti d’archivio per ripercorrere, dagli anni Cinquanta a oggi, la storia dell’arte italiana attraverso il tema dell’ironia

6 febbraio – 7 settembre 2025
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Sala delle Ciminiere
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna

Artiste e artisti in mostra

Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Riccardo Baruzzi, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Luther Blissett, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Marcella Campagnano, Maurizio Cattelan, Guendalina Cerruti, Giuseppe Chiari, Daniela Comani, Roberto Cuoghi, Giorgio De Chirico, Giuseppe De Mattia, Gino De Dominicis, Antonio Donghi, Donne/Immagine/Creatività, Lia Drei, Pablo Echaurren, Roberto Fassone, Lara Favaretto, Giosetta Fioroni, Chiara Fumai, Alberto Garutti, Aldo Giannotti, Piero Gilardi, Piero Golia, Gruppo XX, Ketty La Rocca, Sergio Lombardo, Arrigo Lora Totino, Lina Mangiacapre, Piero Manzoni, Lucia Marcucci, Eva Marisaldi, Eva & Franco Mattes, Fabio Mauri, Maurizio Mercuri, Marisa Merz, Aldo Mondino, Liliana Moro, Bruno Munari, Giulia Niccolai, Valerio Nicolai, Giancarlo Norese, Luigi Ontani, Rosa Panaro, Clemen Parrocchetti, Pino Pascali, Diego Perrone, Cesare Pietroiusti, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Lisa Ponti, Emilio Prini, Carol Rama, Silvia Rosi, Cinzia Ruggeri, Salvo, Alberto Savinio, Greta Schödl, Lorenzo Scotto di Luzio, Enrico Scuro, Davide Sgambaro, Adriano Spatola, Aldo Spoldi, Alessandra Spranzi, Valentina Tanni, Federico Tosi, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli, Patrizia Vicinelli, Italo Zuffi.

Perché dovresti vederla?

“Facile ironia” non è solo una passeggiata tra opere divertenti. È una lezione su come ridere delle cose sbagliate del mondo, su come l’arte possa essere tanto uno scherzo quanto una sfida. E, soprattutto, su come un pizzico di sarcasmo possa renderci tutti un po’ più svegli.

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