23 concerti in 36 ore
A parlare sono gli ultimi neuroni sopravvissuti a un week end di concerti, bagordi e menate nostalgiche incluse nel prezzo del Festival (si sa, tornare nella città del cuore comporta sempre gravose implicazioni sentimentali). Considerando che già la mia attività cerebrale in condizioni standard non fa faville, spero di non deludervi se a seguire non troverete la guida più cool del bon ton festivalero, ma una semplice carrellata di immagini, che spero restituisca meglio di mille parole almeno il dieci per cento delle emozioni di questi giorni. E vogliate perdonarmi se, tra un primo piano dell’acconciatura architettonica di Robert Smith e la classica foto da guiris muniti di pulseras, mi è “scappata” qualche nota più personale.
Pulseras San Miguel Primavera Sound 2012
Club Mate
Escenario Pitchfork
Pegasvs
Girls
Escenario Ray Ban
The Drums
The Cure
Spiritualized
Justice
Neon Indian
Sortida
Come potevo trascurare la gioia armoniosa delle maioliche di un pub alla Barceloneta, il riflesso onesto dei miei pensieri in una clara a Parallel, il candore innocente del Macba che sbiadisce nel cielo nuvoloso oltre i palazzi di Plaça Vicenç Martorell, o il profumo pungente del mare all’uscita dalla Xampanyeria, più intenso di quando lo lasciai due anni fa?
Claras
L4
Plaça Vicenç Martorell
“I no longer know where home is”, sussurrano ancora nella mia testa i Kings of Convenience.
Forse, come dice lo slogan del Festival, siamo “ciudadanos de un lugar llamado mundo”.
Kings Of Convenience
Kings Of Convenience
Ciudadanos de un lugar llamado mundo
Sorrido pensando che casa mia è anche qui, in questo luogo che mi basta accarezzare mentalmente con le dita perchè appaia vivido all’orizzonte dei miei pensieri, come per incanto.
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